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Presentazione
Il Seminario. Libro XVI. Da un Altro all’altro
di Jacques Lacan
(Casa editrice Einaudi)

Interviene:

Luisella Brusapsicoanalista membro SLP, docente IF

Coordina:

Maria Antonella Paoluccipsicologa, partecipante SLP

INGRESSO GRATUITO

Luogo:

Libreria Feltrinelli
Corso Garibaldi 35
Ancona

Info

Antenna del Campo freudiano di Ancona
email: antennaancona@istitutofreudiano.it
tel. 3383366787

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Per la prima volta tradotto, il provocatorio seminario tenuto da Lacan tra il 1968 e il 1969. Un seminario fondamentale nell’insegnamento di Lacan che annuncia il suo pensiero tardo, giocando sulla dialettica soggettiva (da un Altro all’altro), il «plusvalore» marxiano diventa «plusgodere», per permettere al soggetto moderno di non essere ridotto a un semplice oggetto feticcio, alienato nella merce.

In Da un Altro all’altro Lacan confronta il significante e il godimento, esplora l’antinomia tra un Altro del sapere e l‘altro del godimento. Altro del sapere che è il luogo della verità, la cui consistenza però, diversamente da quanto afferma Cartesio, non è garantita da nessuna parte. Per contro, l’essere umano trova la propria coerenza in un solo elemento consistente: l’oggetto a, nel quale prende forma, in modo personalizzato e singolare, il suo godimento. Dal rapporto che si costituisce tra il godimento e il significante si libera una funzione supplementare che Lacan chiama con un termine coniato a partire dal plusvalore di Marx: plusgodere. Assistiamo quindi a degli spostamenti concettuali. Il primo riguarda la ripetizione. Non si tratta piú della ripetizione significante ma della ripetizione del godimento. Tuttavia la ripetizione del plusgodere ha grandi connessioni con il significante – ed è per questo che Lacan fa ricorso alla matematica e alla scommessa di Pascal. Questa è essenzialmente una scommessa sul godimento, dove il godimento è messo in gioco tramite dei significanti. Per chiarire quanto viene lasciato in ombra da Pascal, Lacan si serve di Fibonacci, dando avvio a un movimento che punta a superare il mito per coglierne la logica. Un altro spostamento riguarda il parlante. Lacan non utilizza piú il termine soggetto, che vale come soggetto dell’inconscio, ma ricorre al termine Io, il quale esprime il soggetto della parola dove in gioco c’è anche il godimento e che prelude al parlessere, concetto forgiato da Lacan per designare in un corpo il connubio tra la Cosa che parla, l’inconscio, e la Cosa che non parla, l’es.